CAPITOLO 06 - Okorei - Microbirrificio Artigianale

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Capitolo 6 - I lieviti


Il centro direzionale è un posto di quelli che non ti aspetti. Ti senti piccolo e inutile in mezzo a quei palazzi enormi con la faccia delle cose che si riflettono sulle loro superfici a specchio. Palazzi insomma che metterebbero paura pure agli uomini del futuro, figuriamoci a cinque ladri di cavalli in fissa per i lieviti e i frumenti. Eppure i nostri non sembravano per niente intimoriti forse perché, per la prima volta nella loro esistenza, quello che avevano davanti ai loro occhi, non era l'ennesimo treno da assaltare, ma quello sul quale salire con tanto di prenotazione e titolo di viaggio. E poi Andrew aveva un piano e soprattutto teneva le cartine. "Ah, a proposito, questo vi volevo dire: io ho smesso con le canne!" si affrettò a precisare Albert condizionato dalla sua precedente esperienza come assistente in una comunità di recupero per tossicodipendenti. Stavolta però le cartine non erano quelle del monopolio, come pure le piantine non erano quelle con la foglia a 5 punte. "Questa non è roba che si fuma... Albè questa è la nostra mappa del tesoro!" esclamò Immanuel con gli occhi che già gli brillavano delle pepite d'oro che Banca Epica custodiva nelle proprie casseforti. "Come faremo ad entrare?" chiese Luketh che già pensava di servirsi di alcuni suoi amici artificieri tifosi di una certa squadra di calcio. "Tranquillo Luketh qui serve solo una buona storia!" irruppe gongolante Frank che era a corto di fiato ma non certo di buone storie. Fissarono il colpo per una mattina calda nel mese di agosto. Poca gente per strada e generale ottundimento delle forze dell'ordine avrebbero favorito i loro propositi. Seguendo le indicazioni di Andrew e delle sue cartine giunsero in prossimità della porta d'ingresso della banca. Frank si schiariva la voce per rendere più convincenti i suoi racconti. Luketh che non avrebbe scommesso un centesimo sulle storie di Frank si presentò comunque accompagnato dai suoi amici con trick track e bombe carta nascoste sotto le magliette azzurre. Non fecero a tempo a forzare le porte di ingresso, che le stesse si spalancarono lasciando uscire i clienti intrappolati nella prima mattinata. I cinque per vincere la tensione di quegli istanti, entrarono urlando il loro liberatorio grido di battaglia "Produrremo birra artigianale!". Gli impiegati della Banca Epica abituati ad ascoltare con la stessa noncuranza la letterina di Natale dei disabili senza speranze e la lista della spesa redatta dalla più zelante delle mogli, trovarono in quella dichiarazione di guerra, piuttosto che una minaccia, un'idea davvero interessante. Così, pochi istanti dopo gli concessero un mutuo ad un tasso davvero conveniente. Dunque gli estratti di malto avevano finalmente trovato i lieviti che li avrebbero trasformati in un' irripetibile prodigio gastronomico: la birra artigianale della cooperativa Okorei!

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